Ogni anno la nostra scuola dell’infanzia Soderini rende partecipe la comunità del nostro Circolo Didattico, con una Mostra di fine anno scolastico, dei lavori fatti dai bambini nei Laboratori delle Botteghe dell’arte (vedi articolo in archivio).
Anche quest’anno l’impegno dei bambini e delle insegnanti poteva essere premiato da una bellissima esposizione, colorata, fantasiosa, piena di significati.
Anche quest’anno la scuola aveva operato per esporre con cura e amore le opere così diligentemente create dalle piccole mani dei bambini.
Anche quest’anno ci aspettavamo, noi e i nostri alunni, di poter incrociare lo sguardo e comunicare con chi, fermandosi anche solo un momento a guardare, poteva rendersi conto della grazia e della poesia insite in ogni piccola opera esposta.
Quest’anno no, tutto questo non sarà possibile: lunedì 24 maggio 2010, aprendo la scuola come ogni mattina, una delle nostre commesse ha dovuto scoprire che la festa predisposta era stata annientata dallo scempio compiuto nel tardo pomeriggio di domenica da chi non ha trovato nulla di meglio da fare che distruggere piccole innocenti cose che hanno solo un valore morale e affettivo.
I muri, i vetri, i pavimenti, i giochi imbrattati si possono pulire, ma cosa possono pensare i bambini che lunedì non sono neanche potuti entrare nella loro scuola, cosa diremo a chi non porterà a casa la sua scultura, il suo libretto con le pitture, il suo giocattolo costruito con tanta pazienza?
Cosa risponderemo quando ci chiederanno chi è stato?
A giudicare dallo stile delle scritte trovate ovunque, probabilmente ragazzi, poco più grandi di loro, che sono stati, a loro volta, bambini.
Come insegnante non posso fare a meno di riflettere e invitare tutti i genitori e gli adulti a fare altrettanto; questa volta non si tratta della solita notizia riportata dal giornale di un fatto successo chissà dove a chissà chi, questa volta è successo a noi, nel nostro quartiere.
I bambini sono il nostro futuro, i nostri bambini siamo noi, le nostre regole e l’educazione che abbiamo impartito, le scelte che abbiamo fatto.
Questi ragazzi non sembrano conoscere regole, non sembrano conoscere il rispetto della cosa pubblica, e quel che è peggio, non sembrano neanche nutrire sentimenti d’amore nei confronti dell’infanzia.
Perché queste persone non conoscono la misura, non riescono a controllare la voglia di trasgressione, che spesso accompagna alcuni passaggi dell’adolescenza, e trascendono in azioni violente, insensate?
L’unica risposta che riesco a dare è che dobbiamo, nonostante tutto, credere nell’impegno personale e continuare a lavorare per trasmettere i valori del rispetto e della condivisione, per il bene di tutti ed in particolare di chi, questi valori, li comprende e li potrà trasmettere a sua volta; spero tanto che i nostri bambini sapranno farlo, che ricordino questa esperienza e sappiano prendere le giuste distanze.
Allego all’articolo alcune fotografie, un piccolo ricordo della “Mostra mancata.